Indagine sulla morte di un partigiano by Pino Ippolito Armino

Indagine sulla morte di un partigiano by Pino Ippolito Armino

autore:Pino Ippolito Armino [Armino, Pino Ippolito]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-01-31T23:00:00+00:00


Mamma cara,

accogli Laura, mia moglie. È stata con me nella lotta e le ho voluto molto bene. Come ti ho già scritto in un’altra lettera non devi pensare che tuo figlio sia stato un vile. Ha sempre lottato e se ha sbagliato non fu colpa sua. Ha sempre cercato di agire con onore e se forse non vi è riuscito non fu come ripeto colpa sua.

Voglia (sic) molto bene a Laura mamma. Spero che stia sempre con te. Ti parlerà di me. E sarai contenta.

Baci e abbracci a tutti.

Facio Dante

21-7-44.15

Il processo, racconta ancora Laura, era giunto ormai alla fine e si chiudeva con la dichiarazione di condanna a morte di Facio in nome del Partito comunista. La sentenza era stata pronunciata da Nello su richiesta di Salvatore, che si mostrava padrone assoluto della situazione. Tullio aveva subito approvato, Marcello e Luciano restavano turbati mentre Vittorio e Alda si ritiravano dal giudizio, con il secondo dei due che osservava non potersi giudicare un compagno per un lancio, un compito che non spettava a loro. Laura aveva tentato di incalzare Facio perché si difendesse dalle accuse che gli venivano mosse ma la sua risposta era stata: «Io non mi difendo dai compagni. Se ritengono che io abbia sbagliato, pagherò». Sembrava, scrive Laura, «spiritualmente assente, era come ammutolito, non reagiva, non chiedeva neppure che venissero a parlare i comandanti del distaccamento che avevano preso le decisioni con lui».16 Al termine del processo Laura e Facio erano stati ristretti in una stanza insieme a un gruppo di partigiani armati di mitra, tra i quali uno spezzino e un calabrese con nomi di battaglia Krasna17 e Topo.18 Avevano trascorso la notte seduti per terra. Facio non aveva parlato del processo ma raccontato delle barzellette, una delle quali aveva per protagonista Napoleone, scusandosi però subito dopo per l’involontario paragone con la sua persona. A un certo punto della notte Topo gli aveva offerto la possibilità di fuggire ma il comandante del «Picelli» aveva rifiutato: «Sono fuggito ai tedeschi, non scappo ai compagni». Quando era iniziato, infine, ad albeggiare, attorno alle quattro e trenta, Luciano aveva aperto la porta della stanza accompagnato da un’altra persona, forse Tullio. Era giunto poi Salvatore a chiedere ancora del bidone contenente il denaro che sarebbe stato tra i materiali del lancio del 18. Veniva, infine, concesso a Laura di restare due o tre minuti da sola con il condannato a morte. «Non c’è niente da dire, Laura, grazie» le aveva detto Facio separandosi e voltandosi ancora verso di lei, mentre si allontanava in mezzo a sei o sette uomini armati di fucile.19

L’anno successivo a quello della pubblicazione del libro-memorie di Laura, Carlo Spartaco Capogreco ha dato alle stampe Il piombo e l’argento che ha riacceso l’attenzione su una vicenda che sembrava definitivamente chiusa. Qualche anno dopo, stimolato da questi ultimi scritti, ha iniziato a parlare don Agostino Orsi, divenuto parroco di Adelano in sostituzione di don Eugenio Grigoletti, ucciso dai tedeschi durante il rastrellamento del 3 agosto ’44. Orsi era giunto



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.